Il native advertising integrato nei piani di social media marketing permette ai brand di conquistare l’attenzione degli utenti e acquisire vantaggi competitivi.
In questi ultimi cinque anni gli investimenti nel native advertising sono quasi raddoppiati, affermandosi come una delle strategie di marketing più efficace e vantaggiosa per le aziende.
Forbes ha confermato, attraverso uno studio su scala internazionale, che più della metà dei brand sono propensi alla creazione e distribuzione di contenuti sponsorizzati da integrare e omogeneizzare visivamente nelle piattaforme web, al fine di non alterare l’esperienza digitale dell’utente.
Tra i punti di forza del native advertising emergono le capacità di:
- ridurre l’impatto dell’adblocking, ovvero la tendenza dell’audience di bloccare e ignorare gli invadenti annunci pubblicitari
- contestualizzare perfettamente gli annunci nativi nello spazio e nel tempo prestabilito
- ideare contenuti in linea con gli interessi e le esigenze del pubblico
- generare un flusso continuo di
Le previsioni future parlano chiaro: gli investimenti nella pubblicità nativa sono in continua crescita e interesseranno contemporaneamente il social network advertising.
Azioni della pubblicità sui social media
L’idea di incentivare l’uso del native advertising nei piani di social media marketing è il frutto di un lungo processo di valutazione e analisi di determinati parametri e constatazioni.
Partendo dall’incredibile numero di iscritti ai social network e dall’illimitato uso dei dispositivi mobile perennemente connessi, sono state misurate le sensazioni provate dagli utenti nel momento in cui entrano in contatto con annunci pubblicitari nativi.
I risultati, più positivi, illustrano un forte senso di gradevolezza, interesse e coinvolgimento, dovuto alla naturalezza con cui si adattando nel continuum del social feed, senza interrompere il flusso di navigazione e rispettando norme identiche ai contenuti non sponsorizzati condivisi dalle persone iscritte.
Fattore altrettanto fondamentale è la possibilità, per brand e aziende che utilizzano il native advertising sui social network, di targettizzare al massimo i messaggi.
Ad esempio, scrollando la propria sezione notizie di Facebook è frequente che gli appassionati di sport trovino annunci pubblicitari a tema sportivo e gli amanti del cibo sponsorizzate di ristoranti, corsi di cucina o itinerari enogastronomici.
I canali social infatti garantiscono una precisa e completa profilazione degli utenti, mediante la combinazione dei dati socio-demografici, comportamentali e di localizzazione.
I vantaggi del native social advertising per i brand
Coinvolgere il pubblico nelle storie narrate, evidenziare i benefici offerti, risolvere problemi e condividere emozioni, consente ai brand di godere dei vantaggi del native advertising:
- aumentare la consapevolezza della marca;
- migliorare l’immagine e la reputazione del brand;
- fidelizzare clienti esistenti e prospect;
- aumentare il traffico verso il sito web;
- creare relazioni durature nel tempo;
- interagire e dialogare con gli utenti;
- stimolare il passaparola, mezzo di marketing estremamente potente e influente;
- fornire informazioni rilevanti;
- convertire gli utenti in clienti.
Una recente ricerca di mercato messa in atto da App Samurai afferma che gli annunci nativi ricevono il 18% in più di intenzione d’acquisto, soprattutto se pubblicati sui social network. Inoltre, è stato stimato che entro il 2021, almeno negli Stati Uniti, il 74% delle entrate totali degli annunci display sarà rappresentato dal native advertising, con un aumento del 56% rispetto al 2016.
Emerge anche che i Millennials e la Generazione Z sono le fasce d’età che apprezzano maggiormente gli annunci nativi, in quanto percepiscono una certa affinità con le strategie di social media marketing adottate: fresche, innovative, personalizzate e rilevanti.
È il caso dell’influencer marketing. La collaborazione con vip e nano influencer è un’ottima iniziativa di native advertising perfettamente funzionante e capace di raccogliere ampi consensi soprattutto su Instagram e TikTok, in quanto raggiunge un pubblico specifico, costruisce dialoghi e influenza le scelte d’acquisto.
A tal proposito è doveroso assicurarsi che gli influencer, nei contenuti nativi pubblicati sui propri profili social per conto di brand, segnalino in maniera chiara e ben visibile che si tratta di sponsorizzate, inserendo gli hashtag approvati dalla FTC – Federal Trade Commission: #ad e #sponsored.
La commissione FTC ha anche reso noto gli hashtag non accettati:
- #spon
- #paid
- #paidpost
- #partnership
- #brandsponsored
- #brandedpost
- #promotedby [Nome del brand]
- Advertisement
- #sponsoredcontent
- #sponsoredpost
- #brand partnership
- #suggestedpost
I social media sono in prima linea nello sviluppo della pubblicità nativa. Secondo Business Insider, gli annunci nativi sponsorizzati su Facebook ottengono una percentuale di clic 49 volte superiore ai banner e pop up fastidiosi.
“C’è una rinascita in corso nella pubblicità digitale che sta portando brand, editori e consumatori a comunicare tra loro in modo più personale e naturale. Il native advertising rappresenta una parte importante di questa evoluzione”. – Patrick Albano, Head of Solutions Yahoo Emea
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