Facebook, il social network più utilizzato al mondo, combatte in prima linea la diffusione delle fake news, sostiene la ricerca e le piccole imprese.
Con una dichiarazione congiunta i colossi del web Facebook, Google, YouTube, LinkedIn, Microsoft, Reddit e Twitter, hanno annunciato e promesso di collaborare e cooperare per garantire la “disinfettazione” dalle fake news che sin dall’inizio dello scoppio del COVID-19, si stanno diffondendo rapidamente sulle piattaforme digitali.
“Stiamo lavorando a stretto contatto agli sforzi in risposta al COVID-19. Aiutiamo milioni di persone a rimanere in contatto combattendo insieme frodi e disinformazione sul virus, aumentando il contenuto autorevole sulle nostre piattaforme e condividendo aggiornamenti critici in coordinamento con le agenzie sanitarie governative di tutto il mondo. Invitiamo altre aziende a unirsi a noi mentre lavoriamo per mantenere le nostre comunità sane e sicure “.
Mark Zuckerberg, presidente e amministratore delegato di Facebook, ha ribadito la sua volontà di impegnarsi nella lotta all’infodemia, molto più deleteria per la salute pubblica della pandemia stessa. La rapida circolazione di notizie e informazioni false e inappropriate trovano terreno fertile nella fragilità dell’uomo, caduto purtroppo in una psicosi da coronavirus.
“Bere candeggina cura il coronavirus”, “il 5G favorisce l’incremento dei contagi”, “l’esposizione a temperature superiori a 25° previene il contagio da coronavirus”. Questi solo alcuni tra i FALSI MITI sfatati dall’OMS!
La disinformazione si propaga rapidamente tra l’opinione pubblica e in questo periodo di distanziamento sociale, i mass media e in particolare i social network sono veicolo di “contagi da bufale”. Per questo, i social media hanno deciso di reagire, trasformandosi nei principali portatori e trasmettitori di notizie vere e attendibili, mediante l’attivazione e l’uso di una serie di strumenti di “pulizia” con cui combattere l’infodemia da coronavirus.
Mediante l’attivazione del Centro Informazione sul COVID-19 e i pop-up presenti su Facebook e Instagram, gli utenti vengono automaticamente reindirizzati verso le pagine e i contenuti messi a disposizione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Guy Rosen, VP Integrity di Facebook conferma che: “Oltre 2 miliardi di persone sono state indirizzate verso queste pagine ufficiali e oltre 350 milioni hanno cliccato per saperne di più”.
La pagina informativa raggruppa le notizie ufficiali e istituzionali relative agli sviluppi della pandemia, condividendo aggiornamenti in tempo reale, raccomandazioni e link utili. Nella versione italiana del Centro informazioni sul coronavirus (COVID-19), appare in evidenza la mappa mondiale del contagio con i dati numerici dell’epidemia sia nazionali che globali e il link al sito del Ministero della Salute.
“E’ parte dei nostri sforzi per assicurarci che tutti abbiano accesso a informazioni precise e tempestive sull’epidemia. Mostreremo la mappa in cima alla app Facebook per garantire agli utenti aggiornamenti in tempo reale”, dichiara il CEO Mark Zuckerberg in un post sulla sua pagina ufficiale.
Partnership e lotta alle fake news
Facebook sta collaborando con più di 60 organizzazioni di fact checking, enti preposti al controllo di contenuti pubblicati sui social network in oltre 50 lingue, con il fine di rilevare e identificare i post falsi da eliminare. Solo durante il mese di marzo, sono state esposte etichette di avvertimento anti-fake su circa 40 milioni di post su Facebook relativi al COVID-19.
Lavoro dispendioso di energie e denaro, supportato da un programma di sovvenzioni da 1 milione di dollari, messo in atto da gruppi beneficiari in collaborazione con l’International Fact-Checking di NewYork, con l’intenzione di erogare il sostegno economico a favore di 13 organizzazioni di fact checking dislocate in tutto il mondo.
Inoltre, il social network ha stretto altre due collaborazioni. Una con i giornalisti esperti di Upday, risultato di una partnership stretta tra Axel Springere e Samsung, i quali si dedicano alla selezione di notizie importanti facilitando l’accesso agli utenti. L’altra con il gruppo advocacy Avaaz, che lavora nell’identificazione di persone che hanno interagito con le notizie false alle quali poi si attiva la notifica di avvertimento.
Facebook per garantire una buona comunicazione e informazione, si è posto degli obiettivi ben precisi che spera di raggiungere nel breve tempo: proibire annunci e inserzioni pubblicitarie intese a creare panico, limitare la disinformazione e contenuti dannosi, creare relazioni dirette tra le persone e le pagine di informazioni ufficiali e realmente utili come l’OMS, i ministeri della salute locale e altre organizzazioni, ai quali ha concesso pubblicità gratuita.
“Mentre la sanità mondiale lotta per garantire la sicurezza delle persone, Facebook cerca di supportare il lavoro dei medici in diversi modi e più in particolare impegnandosi nel limitare la disinformazione e i contenuti dannosi sul virus e nel rendere accessibili quelli più utili.” (Mark Zuckerberg)
I dati come contributo alla ricerca
Seguendo l’iniziativa di Google, che ha deciso di mettere a disposizione dei ricercatori scientifici i dati relativi agli spostamenti delle persone e l’affollamento dei luoghi, anche Facebook ha voluto estendere il suo programma Data For Good.
La condivisione responsabile dei dati con le comunità scientifiche può migliorare il benessere e salvare numerose vite umane. Il progetto Data For Good include strumenti tecnici sviluppati mediante l’utilizzo di immagini satellitari e altre fonti pubblicamente disponibili, volti a trovare risposte e soluzioni per combattere catastrofi, epidemie, salute, spostamenti, accesso alla connessione di rete e crescita economica. La privacy è integrata e le informazioni personali non vengono condivise con nessuno.
“Nei dibattiti sulla privacy e sull’utilizzo dei dati, può essere facilmente dimenticato che i dati del settore privato, se condivisi in modo responsabile e rispettoso della privacy, possono salvare vite umane e migliorare il benessere. Attraverso le nostre partnership Data for Good, Facebook è orgoglioso di lavorare con molte delle principali organizzazioni umanitarie del mondo per aiutarle ad agire più rapidamente e raggiungere più persone durante i disastri naturali e le epidemie di malattie. Non vediamo l’ora di espandere questo lavoro in collaborazione con le comunità di tutto il mondo.”
Questa la dichiarazione di Nick Clegg, vicepresidente per gli affari globali e le comunicazioni di Facebook.
I tool messi in campo da Facebook e resi disponibili alle università e no-profit impegnati nella ricerca sono tre tipi di mappe interattive che consentono di monitorare e comprendere l’evoluzione del contagio.
- La prima, definita di co-localizzazione, rivela la probabilità che le persone possano avere contatti con altre persone in una determinata area. Modello utile a determinare il “come” il COVID-19 potrebbe diffondersi in futuro.
- La seconda, indica i trend di spostamento e mobilità delle persone nelle vicinanze o lontane dalla propria casa, il che può fornire risposte certe sull’efficacia delle misure di prevenzione.
- La terza, ossia l’indice delle connettività sociali mostra le amicizie tra i diversi Stati e Paesi. Dato importante per gli epidemiologi che studiano per prevedere la probabilità di diffusione della malattia e in quali aree colpisce maggiormente.
Negli Stati Uniti, in collaborazione con il Centro di Ricerca Delphi della Carnegie Mellon University, Facebook ha inserito in cima alla home, un questionario che gli utenti dovranno compilare in totale anonimato, inserendo semplicemente lo stato di salute. Steve Satterfied, director of privacy and public policy di Facebook motiva questa scelta: “Pensiamo che Facebook e l’industria tecnologica possano fornire modi innovativi per aiutare esperti e autorità in questa crisi. Siamo certi che questi sforzi la privacy non sarà compromessa”.
Risorse a sostegno delle piccole imprese
Il settore dell’economia sta subendo duri colpi a causa del lockdown attuato per contrastare l’emergenza sanitaria e, le piccole imprese, i piccoli imprenditori e i lavoratori autonomi o stagionali, sono coloro ne pagheranno e ne stanno già pagando le conseguenze. A questo punto, risulta prezioso l’intervento dei grossi colossi americani che stanno contribuendo ad arginare almeno parzialmente il problema, con proprie disponibilità e risorse economiche.
Facebook, dal canto suo, ha previsto 100 milioni di dollari in finanziamenti in denaro e crediti pubblicitari a sostegno delle aziende, da investire in:
- spese d’affitto;
- costi operativi;
- mantenimento e consolidamento dei contatti con i clienti;
- mantenimento della forza lavoro.
Possono usufruire di questo sostegno economico fino a 30 000 piccole imprese situate in oltre 30 Paesi in cui il social network opera e per essere considerate idonee devono necessariamente rispettare i requisiti dettati da facebook:
- essere in attività da più di 1 anno;
- avere tra i 2 e i 50 dipendenti;
- aver subito visibili effetti da COVID-19;
- essere situati nei pressi di una località in cui opera il social.
Inoltre il social network ha creato un Business Hub utile a dispensare consigli e materiali pratici alle aziende che stanno tentando in tutti i modi di sopravvivere a questo periodo di crisi e si stanno preparando per affrontare il futuro. I team di Facebook lavorano ogni giorno, dispensando corsi di formazione virtuali e strumenti di supporto alle persone per l’uso della tecnologia attraverso il programma proprietario di formazione gratuito di e-learning, Blueprint.
Facebook si sta dimostrando un fedele alleato delle piccole imprese e della corretta informazione.
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